Grazie al lavoro costante svolto negli anni, Jean Vigo Italia S.r.l. occupa una posizione di primo piano fra i produttori indipendenti italiani, come testimoniano i tanti progetti realizzati con successo, anche all’estero, e i riconoscimenti ottenuti.
Nello stesso tempo, le precise scelte produttive evidenziano una forte identità e coerenza, che si esprimono nella passione con cui i suoi film affrontano temi di rilevanza culturale, sociale e politica.
Le origini
L’origine di Jean Vigo Italia si identifica con la Cooperativa Jean Vigo, costituita nel 1976 per produrre il film Forza Italia!, un affresco satirico e spietato del potere politico del tempo. Il titolo curiosamente riecheggia il nome del partito fondato da Silvio Berlusconi molti anni più tardi, con cui ovviamente il film non ha nulla a che vedere.
Il primo film
Forza Italia! fu realizzato dai soci fondatori della Cooperativa Jean Vigo, tra cui Roberto Faenza, Elda Ferri, Marco Tullio Giordana, Luca Magnani, e Antonio Padellaro; nonostante il successo il film venne ritirato dalle sale il 16 marzo 1978, giorno del sequestro di Aldo Moro. E proprio Moro durante la sua prigionia ebbe a scrivere del film, suggerendo di vederlo per rendersi conto della spregiudicatezza dei suoi colleghi di partito.
L’inizio di un percorso virtuoso
Dopo questa prima esperienza, la Cooperativa Jean Vigo (successivamente trasformatasi in S.r.l.) comincia a coltivare il progetto di produrre film di qualità capaci di documentare punti di vista anche controversi, in ciò fedele all’insegnamento di Jean Vigo, il regista francese dal quale ha preso il nome, autore di indimenticabili pellicole sulla libertà quali Zero in condotta, A proposito di Nizza, L’Atalante.
Vengono così realizzati: La festa perduta, il primo film italiano sul terrorismo firmato da Piergiuseppe Murgia; Maledetti vi amerò, che segna il debutto alla regia di Marco Tullio Giordana; Le chiavi di casa di Gianni Amelio; I Demoni di San Pietroburgo, ritorno alla regia di Giuliano Montaldo; Last Summer per la regia di Leonardo Guerra Seragnoli; quasi tutti i film di Roberto Faenza, da Sostiene Pereira a Prendimi l’anima, Alla Luce del Sole, sino a I Vicerè, Un Giorno Questo Dolore Ti Sarà Utile, Anita B., liberamente ispirato al romanzo di Edith Bruck “Quanta Stella c’è nel Cielo”., sino al recente La verità sta in cielo, ispirato alle vicende di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana misteriosamente scomparsa nel 1983; oltre a una serie di documentari su argomenti che vanno dalla primavera di Praga alla musica gitana passando per una lettura molto particolare della Costituzione italiana.
L’ultimo progetto per la regia di Roberto Faenza, una coproduzione ITALIA – USA con Rai Cinema, è basato sulla vita di Mario Capecchi, Premio Nobel per la Medicina nel 2007. Una storia straordinaria e avventurosa della trasformazione di un ragazzo “selvaggio” in scienziato di fama mondiale.